Una cantata per invocare la pace

Per celebrare il centenario della Huddersfield Choral Society– una prestigiosa istituzione corale amatoriale fondata nel 1836 nel West Yorkshire in Inghilterra e ancora in attività nella promozione di concerti – fu chiesta una composizione a Ralph Vaughan Williams (1872-1958), compositore e direttore d'orchestra inglese conosciuto e già affermato in Gran Bretagna ma destinato a diventare famoso in tutto al mondo.
L'Europa non stava attraversando un momento sereno. Il ricordo e le ferite del primo conflitto mondiale erano ancora vividi e lo stesso Vaughan Williams vi aveva combattuto come soldato. La Grande Depressione del 1929 aveva avuto effetti devastanti in tutto il continente. Erano gli anni dell'ascesa del regime fascista in Italia, di quello nazista in Germania e della progressiva erosione delle democrazie in Spagna, Portogallo e in Europa orientale. Tutti elementi che stavano conducendo il mondo verso un nuovo conflitto. In questo clima, in Inghilterra si diffuse un forte movimento pacifista, con grandi manifestazioni e appelli per evitare un'altra carneficina. Vaughan Williams, umanista e sensibile al tema della sofferenza collettiva, intercettò questo sentimento e volle comporre per la Huddersfield Choral Society un'opera che fosse un monito a non ripetere gli orrori del passato. Nacque così la cantata Dona nobis pacem eseguita per la prima volta il 2 ottobre 1936 con l'Orchestra Hallé diretta da Albert Coates e i solisti Renée Flynn e Roy Henderson ed eseguita spesso in tutta la Gran Bretagna durante la Seconda guerra mondiale per trasmettere alla popolazione un sentimento di speranza.
Nella redazione del testo di Dona nobis pacem , Ralph Vaughan Williams attinse a diverse fonti. Oltre alla citazione di versetti della Bibbia, soprattutto dei Profeti e dalla liturgia della messa cattolica (in particolare l'Agnus Dei dal quale deriva il titolo della composizione), si trovano brani delle poesie dell'americano Walt Whitman (1819-1892) – cantore della democrazia e della libertà, celebre per essere l'autore, tra l'altro, dell'ode O capitano! Mio capitano!, scritta in occasione della morte di Abraham Lincoln – e questa citazione da uno dei discorsi più celebri che John Bright (1811–1889), importante politico britannico e leader del movimento liberale del XIX secolo, fece alla Camera dei Comuni nel 1855, durante il dibattito sulla Guerra di Crimea per denunciare le atrocità della guerra e l'indifferenza del governo britannico verso la sofferenza dei soldati e delle loro famiglie.
L'Angelo della Morte ha vagato per tutta la terra; quasi si sente il battito delle sue ali. Non c'è più nessuno come un tempo [...] che spruzzi il sangue sull'architrave e sui due stipiti delle nostre porte, affinché egli ci risparmi e passi oltre.
Dona nobis pacem mette in musica
una fusione di testi liturgici e laici che anticipava di 25 anni ciò che farà Benjamin
Britten con il suo War Requiem.
La cantata, per soli (soprano e baritono), coro e orchestra, dura poco più di
35'. Suddivisa in diverse sezioni da eseguire senza soluzione di continuità, suscita
vari sentimenti di tristezza e dolore per le vittime di guerra, tensione e ansia
generate dall'approssimarsi di nuovi conflitti ma anche speranza e fiducia
nella possibilità di una pace duratura e universale.