Il prezzo della pace

La colonna sonora che accompagna lo scorrere dei titoli di coda di Shine – il film di Scott Hicks ispirato alla storia del pianista David Helfgott, con l'interpretazione di Geoffrey Rush che gli ha permesso di vincere numerosi premi, tra cui un premio Oscar e un Golden Globe – è un mottetto di Antonio Vivaldi dal titolo Nulla in mundo pax sincera.
Si tratta di un breve brano sacro. Una delle pagine più intense e raffinate di Antonio Vivaldi, perfetto esempio della sua capacità di fondere virtuosismo vocale e profonda espressione spirituale.
Il brano è scritto per soprano e orchestra da camera ed è strutturato secondo la forma tipica del mottetto barocco: due arie intervallate da un recitativo e Alleluia conclusivo.
Il testo latino, di autore anonimo, riflette una visione disincantata del mondo e della condizione umana.
La prima aria - serena ma venata di malinconia - inizia con una frase che da il titolo al mottetto:
Nulla in mundo pax sincera sine felle.
In questo mondo non ci può essere vera pace senza amarezza. Per comprendere esattamente questa breve fase – che risulta particolarmente suggestiva per i nostri giorni – occorre approfondire due termini. Il primo è l'attributo sincera, che in latino non significa soltanto onesta, franca e leale ma riguarda soprattutto l'integrità, la purezza, (in questo senso lo si usa ad esempio per il vino). Il secondo termine è felle chesignifica letteralmente "fiele". In questo contesto, non si tratta solo di un'amarezza emotiva, ma rappresenta una costante della condizione umana, la fatica necessaria per ottenere ogni conquista, la sofferenza inevitabile che accompagna ogni gioia terrena. Anche la pace non sfugge a questa regola e ha un risvolto amaro, un prezzo da pagare.
L'uso del termine felle, fiele potrebbe anche essere un riferimento simbolico alla Passione, al "vino mescolato con fiele" (Mt 27, 34) che viene offerto a Cristo sul Calvario in segno di insulto e disprezzo per ricordare che anche la Salvezza – l'unica pace vera e pura – ha avuto il suo prezzo, il suo fiele.
Il mottetto prosegue poi con il recitativo – musicalmente drammatico – che mette in guardia nei confronti degli inganni del mondo, le apparenze che seducono ma lasciano profonde cicatrici nel cuore. La seconda aria – dalla melodia più meditativa e introspettiva – usa un'immagine fortemente simbolica: il serpente, il male, nasconde il suo veleno (ritorna il termine latino fel, fiele) tra i fiori, tra le cose belle, profumate e seducenti in modo tale che l'uomo, ingannato (demens) dalle apparenze, lecca il veleno credendolo miele. L'"Alleluia" finale, vivace e virtuosistico, riporta il discorso sul piano della fede. L'Alleluia è un inno luminoso di fede. Al disincanto si oppone la chiusura in un clima di speranza e di gioia.
Vivaldi ha costruito una musica di rara bellezza, dove la melodia limpida e il contrasto tra dolcezza e inquietudine esprimono la tensione tra la ricerca di integrità spirituale e la inaffidabilità del mondo. Nulla in mundo pax sincera rimane una delle testimonianze più alte della musica sacra di Vivaldi, capace di unire il fervore religioso con l'eleganza e la teatralità tipiche del suo stile.
Si comprende anche meglio la scelta di inserire questo brano conclusione del film Shine. Anche la vita del pianista David Helfgott è stata segnata da una ricerca tormentata di armonia e verità interiore e, nonostante la sofferenza, nonostante il caos del mondo e della sua mente, non ha mai smesso di cercare la propria realizzazione, la propria pace. Il suo pianoforte, la musica è stata la via per raggiungere bellezza, verità e redenzione.
Come spesso accade, ci dimentichiamo troppo in fretta di quanto ci siano costate certe vittorie...